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QUALSIASITÀ

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QUALSIASITA 9 dicembre 2017 - 4 febbraio PROROGATA al 4 marzo 2018
CENTRO ARTI VISIVE PESCHERIA - PESARO

Dal 9 dicembre al 4 marzo 2018 la Pescheria di Pesaro ospita la mostra fotografica “Qualsiasità” curata da Alessandro Dandini de Sylva.

Parte così il calendario 2017/18 delle attività della ‘nuova’ Fondazione Pescheria-Centro Arti Visive nata con l’idea di parlare ad un pubblico vasto ed eterogeneo e di aprirsi alle eccellenze artistiche nazionali e internazionali attraverso il dialogo con soggetti diversi.

Il progetto è dedicato alla ricerca fotografica di Guido Guidi e ad una nuova generazione di artisti testimoni della sua particolare attitudine: nei primi anni ottanta del novecento, Guidi avvia un’esplorazione del paesaggio tra Emilia Romagna e Veneto in perfetta continuità con l’esperienza del cinema neorealista. Il titolo scelto è infatti liberamente ispirato ad una citazione di Cesare Zavattini, voce del Neorealismo italiano. Il pubblico potrà ammirare più di novanta fotografie di Cesare Ballardini, Cesare Fabbri, Jonathan Frantini, Marcello Galvani, Guido Guidi, Francesco Neri, Luca Nostri.

Qualsiasità è una produzione della Fondazione Malaspina di Ascoli Piceno, piattaforma sperimentale per la ricerca sulla fotografia contemporanea fondata nel 2016, la cui sede (un palazzo storico del Cinquecento) danneggiata dal terremoto dello scorso anno, è attualmente in restauro.

La mostra torna in Italia dopo una prima tappa internazionale a Londra all’Istituto Italiano di Cultura, dove era stata selezionata nel programma ufficiale di Photo London.

L’appuntamento di Pesaro offre un percorso espositivo ampliato che si arricchisce, per l’occasione, con fotografie inedite degli anni ’80 di Guido Guidi.

INFO PESARO MUSEI

GIAMBATTISTA PIRANESI Il sogno della classicità

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LocandinaPiranesi8 dicembre 2017 - 8 aprile > prorograta al 6 maggio 2018
PALAZZO MOSCA - MUSEI CIVICI, PESARO

Giovedì 7 dicembre alle 18, inaugura a Palazzo Mosca-Musei Civici di Pesaro una nuova e suggestiva mostra dedicata a Giovanni Battista Piranesi detto anche Giambattista (Mogliano Veneto 1720 – Roma 1778) noto incisore, architetto e teorico dell'architettura.

Dopo la mostra “Rinascimento segreto” di Sgarbi e la personale di Nicola Samorì al Centro Arti Visive Pescheria, che giocava sulla persistenza del linguaggio classico nell’arte contemporanea, il progetto espositivo prosegue la riflessione a tutto tondo sulle rinascenze artistiche e i loro effetti nelle varie epoche, filo rosso della programmazione di quest’anno a Pesaro Musei.

Visitabile fino all’8 aprile 2018 (prorograta al 6 maggio), l’esposizione “GIAMBATTISTA PIRANESI Il sogno della classicità”, è promossa dal Comune di Pesaro/Assessorato alla Bellezza e organizzata da Sistema Museo, con il contributo di The Art Company e in collaborazione con Fondazione Giorgio Cini di Venezia e Factum Arte di Madrid.

Circa 70 opere grafiche da tre celebri serie di incisioni dedicate alle carceri, alle vedute e alle antichità di Roma, rivelano il sogno neoclassico dell’artista affascinato dalla grandezza del passato antico, tra magnificenza e sentimento del sublime.

Il sogno torna a rivivere e a riverberare nel Palazzo, già dimora della nobile famiglia Mosca, dove fu ospitato Napoleone Bonaparte che del neoclassicismo aveva fatto una visione politica funzionale alla costruzione del suo Impero.

La mostra prende ispirazione proprio dalla visita del generale Bonaparte, il 6 e 7 febbraio 1797, quando fu ospitato da Francesco Mosca, allora esponente del governo della Repubblica Cisalpina di Milano e protagonista della cultura illuminista pesarese. Si deve a Francesco l’ammodernamento dell’edificio seicentesco, affidato all’architetto Luigi Baldelli, e in virtù dei legami politici e culturali della famiglia, il palazzo diviene un vivace cenacolo di intellettuali ed aristocratici.

L’originale allestimento crea un dialogo emozionale tra le incisioni di Piranesi e diverse opere delle civiche raccolte: sculture, ceramiche, modelli architettonici, arredi, il cui nucleo principale è costituito dal lascito ottocentesco della marchesa Vittoria Mosca. Manufatti databili tra Sette e Ottocento, prodotti sulla scia del vasto fenomeno di riscoperta ed interpretazione dell'antico.

ULTIMI INCONTRI Wildlife Photographer of the Year

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30 novembre Incontro con Marco Urso WPY MIGiovedì 30 novembre - Sabato 2 dicembre 2017
FONDAZIONE LUCIANA MATALON / CASA DELLA CULTURA, MILANO

In occasione della mostra Wildlife Photographer of the Year 52° edizione, in corso alla Fondazione Luciana Matalon di Milano fino al 10 dicembre, ultimi due incontri con i fotografi selezionati ai più prestigiosi concorsi internazionali.

Per il prossimo appuntamento organizzato dall'Associazione culturale Radicediunopercento torna ospite Marco Urso, autore dell’anno FIAF 2017 e tra i premiati al Wildlife Photographer of the Year 2017 53° edizione, giunto finalista nella categoria Mammiferi con lo scatto “Kamchatka”.
Giovedì 30 novembre alle 19, alla Fondazione Luciana Matalon, l’autore presenta l’importante tema del “Cambiamento climatico” attraverso riflessioni informali. Un incontro per affrontare in modo divulgativo e semplice un problema attuale e serio con uno sguardo al futuro.
Il clima determina dove le piante, gli animali e i microorganismi possono crescere, riprodursi, interagire, cioè vivere. Se il clima cambia ecco che qualche specie improvvisamente si trova in un ambiente ostile e un nuovo equilibrio viene trovato. Nei milioni di anni di vita del nostro pianeta il clima è cambiato varie volte, spesso con effetti catastrofici, ma sempre a seguito di eventi naturali. L’aspetto nuovo è l’influenza dell’uomo, come catalizzatore di cambiamento.

2 dicembre Incontro con Stefano Baglioni

Chiude il ciclo un altro rinomato fotografo, tra i premiati presenti in mostra: Stefano Baglioni, finalista con “Piccola Stella” nella categoria Piante e funghi.
Sabato 2 dicembre alle 21, alla Casa della Cultura - Via Borgogna 3, l’autore presenta “Spine tra paradiso e inferno”, in dialogo con Davide Donati, botanico ed esploratore italiano.

Una serata dedicata al meraviglioso mondo dei cactus americani e alle tante avventure di chi, oltre a fotografare i deserti, cerca anche d’esplorarli.
Spine che graffiano, feriscono, ma che ammaliano con i loro intrichi e colori. Spine in paradiso, nell’incanto di deserti immensi e selvaggi, dove solitudine e silenzio sono meravigliosi compagni. Spine d’inferno, poiché a casa loro, in lande arse da un sole cocente, un imprevisto o un incontro sbagliato possono risultare fatali.

INFO RADICEDIUNOPERCENTO

MARCO COLOMBO – ANIMALI FANTASTICI E DOVE TROVARLI

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25 novembre Incontro con Marco Colombo WPY MISabato 25 novembre 2017
CASA DELLA CULTURA - MILANO

In occasione della mostra Wildlife Photographer of the Year 52° edizione, in corso alla Fondazione Luciana Matalon di Milano fino al 10 dicembre, proseguono gli incontri di approfondimento con i fotografi italiani professionisti, selezionati ai più prestigiosi concorsi internazionali.

Giunti al terzo appuntamento organizzato dall'Associazione culturale Radicediunopercento, dopo Marco Urso e Valter Binotto, il nuovo ospite sarà Marco Colombo, fotografo tra i premiati presenti in mostra, vincitore della categoria Rettili, anfibi e pesci, con lo scatto “Piccolo Tesoro”.

Sabato 25 novembre alle 21, alla Casa della Cultura - Via Borgogna 3, l’autore presenta “Animali fantastici e dove trovarli”. Un affascinante viaggio nella natura italiana, tra creature centenarie, mimetismi incredibili e atmosfere notturne. Un roditore dal musetto simpatico, un serpente che ha viaggiato con i Cartaginesi, un pesce che si dice abbia monete d’oro in bocca… Gli animali italiani hanno molte storie da raccontare, basta solo saperle leggere.

Preparatissimo naturalista e già vincitore del Wildlife Photographer of the Year nel 2011, Marco Colombo è inoltre a disposizione per visite guidate alla mostra, ogni venerdì dalle 19.30.

INFO RADICEDIUNOPERCENTO

MAURIZIO GALIMBERTI – San Nicola reMade

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 Maurizio Galimberti SanNicolaTolentino Medaglione04 B17 novembre 2017 - 28 gennaio 2018
VILLA REALE - MONZA

Dal 17 novembre 2017 al 28 gennaio 2018, la Villa Reale di Monza presenta la mostra fotografica “Maurizio Galimberti - San Nicola reMade”, a cura di Denis Curti.

In esposizione circa 80 opere, tra mosaici di polaroid e big polaroid, realizzate nella Basilica di San Nicola di Tolentino, dal grande fotografo di fama mondiale Maurizio Galimberti, allestite al secondo piano nobile della Villa del Piermarini.

La mostra costituisce la prima tappa espositiva di un importante progetto artistico-documentario voluto dal mecenate e collezionista Alberto Marcelletti, e patrocinato dal Comune di Tolentino, al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica sui danni riportati dalla Basilica di San Nicola, a seguito dell’ultimo terremoto nelle Marche, e favorire altresì l’inizio dei restauri e la riapertura di tutto il complesso, quale testimonianza identitaria non solo di Tolentino ma di un ampio territorio di riferimento.

L’accorato appello è stato accolto da Villa Reale che ha voluto ospitare il progetto nelle sue meravigliose stanze per portare l’attenzione su quest’opera da salvare, anche al di fuori della sua terra, e, grazie al lavoro di Galimberti, favorirne la conoscenza oltre che stimolare una più ampia consapevolezza sulla necessità di preservare il nostro patrimonio, come la stessa dimora monzese, recentemente riportata al suo antico splendore dopo decenni di incuria e abbandono.

Galimberti ha scattato, nel corso di quattro anni, oltre 9.000 istantanee polaroid, sua personalissima tecnica, per raccontare in un mosaico assolutamente unico, lo splendore artistico e spirituale della Basilica di San Nicola e del Cappellone con l’importante ciclo di affreschi trecenteschi, recentemente attribuiti a Pietro da Rimini. Ritornato sul luogo a seguito del sisma del 2016, ha eccezionalmente utilizzato una polaroid di grandi dimensioni, una delle quattro al mondo ancora funzionanti, per scattare pezzi unici di 50x60 centimetri ad altissima definizione, a testimonianza del silenzio, del dolore, dell’abbandono in cui si trova oggi il monumento, tra polvere e macerie. Il progetto iniziale “San Nicola reMade” ossia “rifatto” si è così arricchito di una nuova valenza.