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De Bestiarium Naturis di Andrea Carlo Pedrazzini

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Locandina De Bestiarium Naturis14 luglio - 20 ottobre 2024
CASA BUCCI - PESARO

Nell’anno di Pesaro Capitale italiana della Cultura 2024, dal 14 luglio al 20 ottobre, Casa Bucci promuove e ospita la mostra “De Bestiarium Naturis. Disegni fantastici, racconti immaginari e piatti illustrati di Andrea Carlo Pedrazzini”, importante personale, a cura di Viviana Bucci, dedicata ad uno dei più visionari illustratori italiani, collaboratore per anni del geniale imprenditore culturale Gianni Sassi: Andrea Carlo Pedrazzini (Milano, 1958), noto per i suoi lavori per le riviste storiche Alfabeta e La Gola ma anche per il Sole 24 Ore e l’Unità.

“De Bestiarium Naturis”, perfettamente in linea con il concept di Pesaro 2024: “La Natura della Cultura”, è un avvincente safari immaginario fra oltre 400 animali inesistenti, tratti dalla grande opera artistico-letteraria in 999 capitoli di Pedrazzini; un gigantesco bestiario con centinaia di disegni a tratteggio e ad inchiostro di china a cui l'artista lavora dal 2000 che si espandono in altre opere, letterarie, artistiche e multimediali, a cui si aggiunge la presentazione della serie di sei piatti in grès in tiratura limitata (150 esemplari prodotti da Casa Bucci), con le sue illustrazioni, e la colonna sonora di Leonardo Panni aka Marter, giovane musicista pesarese, appositamente composta per l’evento e diffusa da una sua installazione. In occasione dell’inaugurazione di domenica 14 luglio alle 19 è prevista inoltre la lettura dei recentissimi Racconti Scelti di Pedrazzini, tratti dal volume  Il Pianeta Somigliante (2024), legato al bestiario ed esposto a corredo.

Realizzata con il contributo del Comune di Pesaro, l’esposizione è un progetto di Società dell’Uso Associazione Culturale, nata per diffondere la conoscenza dell’opera del maestro ceramista Franco Bucci, nell’ambito di Tempra 2024, progetto di valorizzazione di oggetti e memoria custoditi a Casa Bucci ma anche della filosofia di vita che ha reso la famiglia Bucci fulcro di incontri tra artisti, creativi e intellettuali, all’insegna dello scambio e della convivialità.

CARLO ZOLI “L’infinito volgere del tempo” a Milano

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CARLO ZOLI Milano9 maggio - 15 giugno 2024
Spin-off di HUB/ART via Nerino 2 - MILANO

Carlo Zoli è protagonista a Milano con la personale “L’infinito volgere del tempo”, in programma dal 9 maggio al 15 giugno 2024 nello spin-off di HUB/ART in via Nerino 2, con la cura di Greta Zuccali e un testo critico di Luca Nannipieri.

Dopo la partecipazione alla quinta edizione di YouNique – Fine Craft Art & Design di Lugano e dopo la mostra personale conclusa ad aprile a Firenze, nella sede della regione Toscana, l’artista faentino, già vincitore della categoria ceramica alla XIV Florence Biennale, presenta al pubblico milanese le opere della nuova serie “L’infinito volgere del tempo”; una selezione di ventotto pezzi unici e irripetibili, realizzati negli ultimi anni, che parlano di mito e passioni umane per rappresentare il mondo e le sue infinite danze. Sculture forgiate con la maestria propria di un demiurgo contemporaneo che dona la vita “a immagine e somiglianza delle idee” alla materia umile della terra, l’argilla, poi terracotta policroma, rifinita con patine, smalti, resine, metalli preziosi.

“Possiamo affermare che Zoli - spiega Zuccali - modellando la materia viva dell’argilla, provi a dare anima e forma a un paesaggio popolato da figure, talvolta enigmatiche e fantastiche, altre volte ancorate al mito classico, alla letteratura cavalleresca o alle tradizioni cristiane, immaginando un mondo parallelo a quello reale.”

Da sempre Zoli indaga i due volti di quella medaglia tanto preziosa quanto effimera che chiamiamo “esistenza”, tra “Quiete”, creature eteree e armoniche, e “Tempesta”, soggetti viscerali e battaglieri, e da ultimo ha trovato una sintesi nella serie al centro di questa esposizione.

Città di Cagli - Pesaro 2024 / Giovanni Termini "Come la metti sta"

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LOCANDINA Termini Cagli13 aprile - 30 giugno 2024
PALAZZO TIRANNI-CASTRACANE, CAGLI

Nell’ambito di Pesaro “Capitale italiana della Cultura 2024" e del progetto di dossier "50x50 Capitali al quadrato", il Comune di Cagli e Pesaro Musei presentano la mostra personale di Giovanni Termini, Come la metti sta, a cura di Marcello Smarrelli, direttore artistico di Pesaro Musei, in programma nei suggestivi spazi del cinquecentesco Palazzo Tiranni-Castracane, dal 13 aprile al 30 giugno 2024.

L’esposizione, organizzata con la collaborazione di Cariaggi, storica filatura di Cagli, presenta una selezione di opere scultoree di cui una inedita e site-specific che dà il titolo alla mostra. La scelta del percorso espositivo segue le coordinate che orientano il programma di Pesaro 2024, relative al rapporto tra arte, natura, tecnologia, elementi che rappresentano altrettanti cardini della ricerca dell’artista.

“I segni che il tempo ha impresso nelle splendide sale di Palazzo Tiranni-Castracane in disuso da anni  - spiega Marcello Smarrelli - creano una profonda risonanza con il modus operandi di Giovanni Termini. Spesso gli intonaci consumati lasciano intravedere la stratificazione degli affreschi, le strutture dei muri e delle volte, rivelando gli artifici tecnici della costruzione, quasi che l’intero palazzo sottratto al flusso del tempo, in virtù di uno scarto concettuale, sia diventato un ready-made, assunto esso stesso dall'artista a opera d’arte autografa”.

Nato ad Assoro (EN) nel 1972, ma pesarese d’adozione, Giovanni Termini si colloca in una traiettoria della scultura contemporanea italiana che parte da Lucio Fontana fino all’esperienza dell’Arte Povera. Le sue creazioni sono permeate da un vitalismo materico fondato sul reimpiego e la rielaborazione di oggetti prelevati dalla realtà, configurandosi come “manufatti” che rivendicano esplicitamente una tecnologia di esecuzione. Un processo che si apre al dettato dei materiali, delineando una narrazione intorno all’uomo e alla sua natura. Fermamente situato in uno spazio e proiettato in una dimensione temporale, l’artista in un’intervista dichiara: “Penso che la creatività si nutra proprio dei conflitti che cerca, inutilmente, di sedare. Non vedo altri stimoli alla ricerca”.

Città di Cagli - Pesaro 2024 / 50x50 Capitali al quadrato

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Eliseo Mattiacci Ordine cosmico 1987 acciaio e corten Ph Maurizio TagliatestaAprile - Luglio 2024
CENTRO DI SCUTURA CONTEMPORANEA, CAGLI
Torrione Martiniano: avamposto di contemporaneità

Nell’ambito del programma di Pesaro “Capitale italiana della Cultura 2024" e del progetto di dossier "50x50 Capitali al quadrato", Cagli ha scelto di presentarsi e rappresentarsi attraverso il Torrione Martiniano, emblematica architettura cinquecentesca, di presidio alla città, da oltre 30 anni sede e dimora del Centro di Scultura Contemporanea, già oggetto di recente valorizzazione.

In quest'anno così importante per l'intero territorio, intorno al Torrione / Centro di Scultura contemporanea, si sono concentrati gli investimenti progettuali ed economici di Comune di Cagli, Regione Marche e Fondazione Cassa Risparmio di Pesaro per promuovere il presidio di difesa e guardia del torrione che si rigenera e trasfigura la sua funzione in "avamposto di contemporaneità" in dialogo con la città.

Tre le principali linee di azione che saranno presentate durante la Settimana in cui Cagli sarà Co-Capitale con Pesaro, traducendosi in eventi dall’8 al 14 di aprile e nei mesi successivi, sotto la cura artistica di Sandro Pascucci: un complesso ed esauriente intervento di restauro e manutenzione ovvero la sonorizzazione del "soccorso coverto", già percorribile e in fase di ultimazione nella parte di accesso alla Rocca sovrastante, e l’inizio del restauro - con dimostrazioni aperte - di alcune sculture di “arte povera" in situ; la progettazione e produzione di nuovi contenuti artistici che prevede venerdì 12 aprile l’inaugurazione delle opere frutto del progetto dedicato agli Artisti e ai Luoghi, lungo viale della Vittoria, in collaborazione con la Casa degli Artisti di sant’Anna del Furlo, e sabato 11 maggio quella del progetto "Scultura Espansa", nato da una suggestione del musicista elettronico Alessandro Petrolati; infine valorizzazione e promozione con l’inaugurazione del Virtual Tour che innova il rapporto tra fruitore dell'opera e l'opera stessa, sabato 20 luglio.

CARLO ZOLI “L’infinito volgere del tempo” a Firenze

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Mostra CarloZoli Firenze Locandina7 marzo - 13 aprile 2024
PALAZZO GUADAGNI STROZZI SACRATI - FIRENZE

Una importante mostra monografica curata da Greta Zuccali che evidenzia il lato più contemporaneo della poetica di Zoli: una costante ricerca dell’umano, come accade in tutte le espressioni creative del nostro tempo, dalla moda al design fino ad arrivare alla musica.

Carlo Zoli è protagonista a Firenze con la personale “L’infinito volgere del tempo”, in programma dal 7 marzo al 13 aprile 2024 nella sede della Regione Toscana che ha voluto accogliere il noto artista nel prestigioso Palazzo Guadagni Strozzi Sacrati e patrocina l’evento.

Dopo la partecipazione alla XIV Florence Biennale, dove ha vinto il primo premio nella categoria della ceramica, il maestro faentino torna nel capoluogo toscano con un’importante mostra monografica, curata da Greta Zuccali, presentando al pubblico una selezione di trentacinque terrecotte policrome, pezzi unici e irripetibili, che ne ripercorrono la poetica ispirata al mito, ma non solo, e ne documentano l’evoluzione dagli anni novanta fino ad oggi, secondo un filo conduttore del tutto inedito.

“Sono lieto di ospitare a Palazzo Strozzi Sacrati, in piazza Duomo a Firenze, sede della Presidenza della Regione Toscana, la mostra di Carlo Zoli - ha affermato il presidente Eugenio Giani –. L’artista ci conferma la sua potente creatività che di volta in volta si fa meraviglia dell’attimo, contemplazione e preghiera, enigma e sogno. Da presidente della Regione Toscana mi piace sottolineare anche una serie di opere che rimandano alla Toscana e alla sua civiltà, dal re etrusco Lars Porsenna a quel Pegaso che per noi toscani è indissolubilmente legato a un’idea e a una pratica di libertà”.

“L’opera di Carlo Zoli - spiega Zuccali - la si può definire come una costante ricerca dell’umano, come del resto accade in tutte le espressioni creative del nostro tempo, dalla moda al design fino ad arrivare alla musica. I risultati sono figure e profili al tempo stesso familiari e non: in parte divinità, in parte individui mortali, in parte qualcos’altro ancora. Sono creature del tutto simili a quelle che abitano la Terra che si concedono tuttavia il lusso di vivere le proprie passioni liberamente, scegliendo altresì di abbigliarsi di fantasie e sogni. I personaggi di Carlo popolano un paesaggio immaginato dove convivono bellezza e provocazione, terra e cielo, dove nulla è omologato e in cui tutto può ancora stupire”.

Partendo dallo scalone d’onore e proseguendo nelle magnifiche sale del monumentale palazzo affacciato su piazza del Duomo, si potranno ammirare, in un’ambientazione suggestiva, le creature eteree e armoniche delle serie “Quiete” e i soggetti viscerali e battaglieri della serie “Tempesta”, i due volti di quella medaglia tanto preziosa quanto effimera che chiamiamo “esistenza”, a cui Zoli si dedica ormai da un trentennio, ma anche opere recenti e serie mai viste, come quella che dà il titolo alla mostra e che ne costituisce il cardine. “I due corni della fiamma creativa di Zoli - continua la curatrice - sempre presenti lungo il percorso espositivo, sono inseriti in un cosmo più ampio e sfuggente, quello del Tempo, da ultimo esplorato dall’artista e al centro di questa esposizione”.

Sono opere plastiche, da cui trapela lo scorrere incessante di vita e morte, che si presentano come piccole reminiscenze di vite passate e contemporaneamente come grandi immagini ereditate da una coscienza collettiva. Nella serie “L’infinito volgere del tempo”, l’elemento del cerchio diventa protagonista a sottolineare la presa di distanza dalla concezione lineare del tempo, per cui ogni cosa ha un inizio e una fine, un senso e uno scopo, e affermando piuttosto la ciclicità degli eventi e il tempo circolare. I personaggi inseriti nelle loro orbite richiamano citazioni che da Pitagora a Eraclito arrivano fino a Nietzsche e a uno dei capisaldi della sua filosofia: “l’eterno ritorno dell’uguale”. Tutte figure “che sono leggere e potenti - prosegue Zuccali -, ornate delicatamente di dettagli dorati e di resine che ci parlano di acqua e di aria, ma anche di fiamme infuocate e di dolori affidati alle braccia del cielo, leggeri come piume e pesanti come pietra”.