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LE FORME DEL TEMPO alla Sinagoga

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0010 T19 maggio - 4 luglio 2019
SINAGOGA - PESARO

In occasione della mostra Le forme del tempo in corso al Centro Arti Visive Pescheria di Pesaro, il programma espositivo della Fondazione Pescheria, in collaborazione con Sistema Museo, coinvolge l’antica Sinagoga sefardita con un inedito dialogo per immagini tra Fabio Barile e Domingo Milella. L’installazione, a cura di Alessandro Dandini de Sylva, inaugura domenica 19 maggio con apertura straordinaria dalle 10 alle 17 e sarà visitabile ogni giovedì dalle 17 alle 20, dal 6 giugno fino al 4 luglio 2019.

In collaborazione con la Fondazione Malaspina, durante la giornata gli artisti e il curatore saranno a disposizione per raccontare al pubblico il libro del progetto espositivo Le forme del tempo, una raccolta dei lavori esposti dai due autori in Pescheria, tra il Loggiato e l’attigua Chiesa del Suffragio, e nella vicina Sinagoga.

La Sinagoga sefardita (o di rito spagnolo) si trova nel cuore dell’antico quartiere ebraico di Pesaro. Edificata verso la metà del XVI secolo, diviene ben presto il centro di aggregazione di molti ebrei portoghesi, che giungono in città per coltivare studi mistici. La struttura più ampia in cui è inglobata la sinagoga ospitava, infatti, una scuola materna, un centro di studi cabalistici e uno di studi musicali.

L’installazione occupa la Sala delle Preghiere (Tempio), dove Arca Santa (Aròn) e Pulpito (Tevàh) si contrapponevano una di fronte all’altro al centro delle pareti più corte. L’allestimento riprende tale contrapposizione, mettendo in dialogo un’immagine di Fabio Barile di una grotta calcarea nell’altopiano carsico delle Murge in Puglia con un’immagine di Domingo Milella che ritrae un fregio rupestre di una coppia di cavalli nella caverna di Pech-Merle in Occitania. Una terza immagine di Milella accoglie i visitatori prima di entrare nel Tempio e raffigura impronte di dita e altre pitture rupestri nella grotta di El Castillo in Cantabria.

I lavori di Milella rinviano a lontananze quasi vertiginose la memoria dell’uomo sull’uomo. Le immagini delle caverne di Pech-Merle e di El Castillo – la cui entrata (o uscita?) è suggerita dal lavoro di Barile – ci conducono sottoterra mostrandoci tracce di esseri lontani, appena emersi dalla notte animale. L’arte rupestre dell’Età della Pietra ci permette di rievocare quei remoti crepuscoli. Mentre i suoi intenti magico-propiziatori si accordano agli echi mistici di questa sede straordinaria.

La fotografia di Barile ci riporta invece a un processo in continua evoluzione. La grotta carsica inizia a formarsi quando l’acqua comincia la sua azione erosiva attraverso una qualsiasi frattura della roccia. L’acqua si sposta in profondità e si raccoglie in veri e propri torrenti. Con il procedere del fenomeno le cavità aumentano di dimensioni fino a unirsi ad altre vicine, creando un intricato sviluppo di grotte. Le stesse grotte che alla fine del periodo glaciale, cioè circa 50 mila anni fa, furono oggetto di quelli che George Bataille definisce i nostri primi balbettamenti.

In un passaggio del libro che dà il titolo alla mostra – La forma del tempo di George Kubler – Kubler scrive che conoscere il passato è un’impresa altrettanto stupefacente che conoscere le stelle. Astronomi e storici si occupano di manifestazioni notate nel presente ma accadute nel passato. Fabio Barile e Domingo Milella hanno questo in comune: entrambi raccolgono antichi segnali di eventi avvenuti anche molto prima di apparire. Le loro immagini ci riportano indietro, fin nelle viscere della terra, dal tempo presente fino al tempo profondo.

INFO PESARO MUSEI